Test Meade UWA 24mm 84° series 5000

La noce di cocco

Lo ammetto, è divertente :)
Chiunque non lo conosce mi fa la stessa domanda: “ma cos’è quella noce di cocco?”
Chiunque non l’abbia mai visto dal vivo ripete: “bello, come va?”

Meade UWA 24mm Series 5000

Meade UWA 24mm Series 5000

Sto parlando di lui: del bestione, l’oculare anti-rompipalle...in quanto se viene qualche simpatico individuo a romperci le scatole lo possiamo tranquillamente intimorire con questo coso che, se lanciato bene, può fare davvero male!
Non fatevi ingannare dalle dimensioni della fotografia: l’oculare è di dimensioni spropositate! Il suo barilotto (la parte che appoggia al tavolo) è di 2 pollici, ovvero di 5 cm!
Devo dire che il Vixen LVW22 lo usavo pochino per cercare la roba aveva un campo troppo piccolo per stare larghi: gli 84° del Meade in questo senso sono veramente generosi.

Ma veniamo al dunque, dopo una stagione di osservazioni.

Meade UWA 24mm Series 5000

La lente di campo del Meade UWA 24mm

L’altra sera, al Pian dell’Armà, mentre montavo il dobson mi sono state rivolte le solite curiose domande.
E’ pesante, si (almeno 500gr.) quindi non un oculare comodissimo. Potrebbe non starci nella vostra valigetta. Ma una volta messo inserito nel focheggiatore ci si dimentica di tutto questo.
La cosa che stupisce in primis è il campo apparente: una pazzia. E’ tantissimo. Nel Lightbridge (1500mm di focale) restituisce 63x con 1.3 gradi d’arco reali. Tutti corretti? No. L’oculare non è un Nagler e il coma dello specchio non facilita di certo la vita al Meade. C’è da dire che non l’ho mai provato su di uno strumento spianato quindi non so valutarne aberrazioni sferiche e geometriche.
Ma la cosa che fa dimenticare tutti i difetti del cocomero è la resa sul deepsky.

Il cielo è buio come pochi in soli 63x e le nebulose vengono trattate con i guanti dal Meade, così come le galassie: M51, seppur ancora piccola, mostra evidenti contrasti vicino al nucleo e all’interno dei bracci (da un cielo buio). Con un filtro UHC stretto M17 è incantevole, forse meglio che a 90x con il Nagler 17mm Type 4.

E per i patiti della correzione fino al bordo, gli amici presenti sabato 2 agosto all’Armà hanno confermato la mia sensazione: le stelle più luminose si allungano verso il bordo, e questo è certamente fastidioso. Ma per quanto riguarda le stelle più deboli (la maggior parte dei casi quando si fa deepsky) la distorsione è inavvertibile e l’oculare restituisce un’immagine realmente godibile.

Questo è il mio parere e anche quello di altri amici.

L’ultima domanda è: vale quello che costa nuovo (470 €)? La risposta è NO. Io lo (ri)prenderei solo usato. Ad un prezzo più umano.

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